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venerdì 4 febbraio 2011

Bot

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I BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, sono titoli di credito emessi dal Tesoro al fine di finanziare il debito pubblico nel breve termine. Tali strumenti presentano quindi una vita di 3, 6 o 12 mesi. Alla scadenza l’investitore riceve una somma di denaro pari al valore nominale complessivo dei titoli posseduti. In altre parole l’incasso a scadenza è noto al momento dell’acquisto dei titoli.
La remunerazione dell’investimento è data dalla differenza tra il valore nominale del titolo (che abbiamo detto essere il prezzo di rimborso) ed il prezzo di acquisto; in altri termini l’investitore pagherà in sede di sottoscrizione una minore somma rispetto a quanto incasserà a scadenza. Da un punto di vista squisitamente tecnico l’interesse, che quindi non consiste in un vero e proprio pagamento di somme di denaro a favore dell’investitore, è considerato anticipato: a conferma vi è il fatto che la ritenuta fiscale sugli interessi viene applicata già al momento della sottoscrizione.
I BOT rientrano nella tipologia di titoli “zero coupon” (senza cedola).
L’emissione è la fase in cui il titolo inizia la sua vita, quando passa dalle mani dello Stato (emittente) all’investitore (sottoscrittore) tramite il suo intermediario (acquisto nel mercato primario). L’emissione avviene tramite asta a cui partecipano gli intermediari autorizzati, ed il prezzo che si determina in questa asta viene detto prezzo di emissione.
Generalmente si ha un'emissione a metà e alla fine di ogni mese. Nel prossimo articolo ci occuperemo nel dettaglio dei meccanismi di asta.

La compravendita di un BOT in un istante intermedio della sua vita, invece, avviene generalmente sul Mot, il mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato. Su tale mercato si trovano quindi titoli aventi una certa vita residua, ad un prezzo corrente di mercato (quotazione) che quasi sicuramente sarà diverso da quello di emissione.
La massiccia diffusione dei BOT e la presenza del mercato regolamentato Mot, rendono questa tipologia di strumenti finanziari estremamente liquida: normalmente è sempre possibile trovare numerosi compratori e venditori.

Il rendimento a scadenza del titolo, come detto, deriva dalla differenza tra prezzo di acquisto o di emissione e prezzo di rimborso. Ad esempio, nel caso di un BOT a dodici mesi con prezzo di emissione pari a 97, il rendimento a scadenza su ogni titolo sarà di 100 - 97 = 3 euro, cioè pari al 3.09% annuo. Nel caso in cui la vita del BOT sia minore di 12 mesi, la formula di calcolo, per ottenere il rendimento effettivo a scadenza annualizzato è leggermente più complessa:


Moltiplicando il risultato per cento si otterrà la percentuale che indica il corrispondente rendimento annuo, cioè il rendimento che si otterrebbe in un anno reinvestendo i proventi ottenuti
alle medesime condizioni iniziali.

Da notare che in questo caso il rendimento a scadenza è noto a priori. Stessa operazione matematica va effettuata nel caso in cui si acquisti il titolo sul mercato secondario: l’unica differenza è che ovviamente il denominatore è rappresentato dal prezzo di acquisto e non dal prezzo di emissione.



Il rendimento annuo a scadenza è un rendimento garantito e incorporato nel titolo stesso. Nel caso di decisione di vendita prima del termine della vita del titolo, invece, ci si espone ad un rischio: l’investitore, infatti, non conosce al momento dell’acquisto il profitto che potrà lucrare, dal momento che questo dipenderà dal prezzo stabilito dal mercato nel momento della liquidazione della posizione.






Dott Fabio Troglia 
fabio.troglia@gmail.com
 www.lamiaeconomia.com

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